quot;In sanscrito l’uccello si chiama il “nato due volte” e lo stesso nome si dà anche alla persona che, per un periodo di almeno dodici anni, ha vissuto nel sacrificio di se stessa e in nobiltà di pensiero, che è divenuta semplice di desideri, paura di cuore e pronta a portare tutti i pesi della vita con generosa grandezza di spirito. Quell’uomo s’intende rinato dalla cieca oppressione dell’io alla libertà della vita spirituale, ritornato alla relazione vitale con le cose che lo circondano, in unità col Tutto. Rabindranath Tagore