“Conducimi dal non essere all’essere, dalla tenebra conducimi alla luce, dalla morte conducimi all’immortalità.” Brihadaranyaka Upanishad, I, 3, 28
I Veda, la sacra “Sapienza” degli antichi Arya, consistono in una serie di testi che vennero elaborati in un lungo arco di tempo, forse dal XV al V secolo a.C.
Essi sono “non umani” (apaurusheya): esistenti dall’eternità, mitici veggenti, i rishi, li hanno “uditi” e trasmessi agli uomini. Costituiscono la Shruti, alla lettera l’ ”udizione” , cioè quello che l’induismo considera la Rivelazione, e la Smriti o “Tradizione”.
La letteratura vedica è costituita dalle quattro Samhita , “Raccolte”; le prime tre , considerate le più nobili: sono il Rigveda, il Samaveda, e lo Yajurveda.
Si tratta di un repertorio di inni e versetti che , recitati da diversi sacerdoti, accompagnavano i sacrifici agli dei, massima espressione della religiosità vedica. La quarta Samhita, l’Atharvaveda (detta anche mantra-samhita) è l’insieme degli incantesimi, preghiere, invocazioni e formule che assistono l’uomo nelle più svariate vicende quotidiane e potevano cambiare il corso naturale degli eventi, sia nel bene che nel male. Il mantra vedico ha valore liturgico, non è struttutato come un discorso speculativo, con un inizio, uno svolgimento ed una conclusione; esso non spiega, essendo formulato con un linguaggio che dà per scontata la conoscenza della dottrina cui si riferisce. Nel Rigveda il mantra è volto principalmente a lodare e ad ingraziarsi i vari deva, come Indra, Agni, Varuna, Mitra e viene utilizzato anche nella celebrazione di sacrifici.
Ciascuna Samhita comprende:
Le Brahmana: trattati che descrivono e incoraggiano il sacrificio vedico.
Le Aranyaka: i “testi silvani”, utilizzati dagli eremiti che si dedicavano, nella foresta, aduna vita di rigorosa ascesi, rinuncia e meditazione, per contemplare il sé e realizzare l’Assoluto.
Le Upanishad: “sedute col Maestro”, insegnamenti esoterici sulla Verità assoluta.
Pur non costituendo un’appendice alle quattro Vedasamhita, i Sutra, il cui contenuto è molto vicino a quello delle Upanishad, rientrano nella Shruti. I più famosi sono gli Shrauta-sutra e i Grihya-sutra, assieme a quelli che hanno per oggetto il dharma.
Il Sutra, lett. ‘filo’, ‘traccia’, è ciò che permette alla ragione umana di seguire un percorso per acquisire un punto di vista più alto ed anche trascendente rispetto alle esperienze sensoriali.
La letteratura Smriti testimonia la storia, la cultura, il linguaggio, gli usi e le consuetudini della società bramanica, forma un tutto armonico con la sapienza teoretica propria della Shruti, sulla quale peraltro si fonda.
La Smriti comprende:
i Purana, le “antiche narrazione sacre” tra cui si distinguono i diciotto Mahapurana, destinati a tre diverse categorie di umanità. Essi sono infatti ripartiti in tre gruppi di sei a seconda del contenuto: il primo gruppo è per coloro che sono influenzati da sattvaguna; il secondo per chi subisce l’influenza di rajoguna; il terzo per chi è soggetto a quella di tamoguna. I Purana destinati ai sattvici, in particolare il Bhagavata-purana, il Padma-purana e il Vishnu-purana, fanno parte della letteratura bhagavata, conosciuta anche come vaishnava.
Le Itihasa: il Mahabharata e il Ramayana, monumentali epiche che narrano rispettivamente la storia delle dinastie Bharata e Raghava, e con esse quella dell’India pre-storica. Al centro di tutte le vicende troneggiano le figure supremamente divine di Krishna e di Rama.
Gli Shastra: dottrine, trattati, più in generale ‘insegnamenti sacri’; quelli sulle leggi (ad es. il Manavadharmashastra) e sulla medicina (ad es. la Caraka-samhita) sono i più famosi.
I Tantra: ‘tecniche’, trattati in formule rituali.
I Veda sono noti anche come Trai-vidya perché ripartibili in tre settori di conoscenza:
Karma-kanda: la sezione (kanda) destinata alle azioni ritualistiche (karman) che l’uomo compie in onore di uno o molteplici deva per ottenere i più soddisfacenti piaceri sensoriali, in particolare quelli di cui si può fruire sui pianeti celesti (svarga).
Jnana-kanda: sezione destinata alla mistica e alla sapienza speculativa (jnana); essa è relativa alla conoscenza del Brahman (l’Assoluto) e dell’atman (il sé).
Upasana-kanda: sezione destinata la culto e all’adorazione (upasana) della Divinità spesso Vishnu o una delle Sue manifestazioni plenarie.