“Sono l’origine di tutto . Tutto emana da Me. Così sapendo, i saggi Mi adorano con devozione totale. Sono nel cuore di ogni essere e da Me vengono il ricordo, la conoscenza e l’oblio. Il fine di tutti i Veda è quello di conoscerMi. In verità Io sono Colui che ha composto il Vedanta e Colui che conosce i Veda. Poiché sono trascendente, al di là del fallibile e dell’infallibile, e poiché sono il più grande, vengo celebrato nel mondo e nei Veda come la Persona suprema” (Bhagavad-gita X,8; XV, 15-18)
Nella tradizione bhagavata, Krishna viene descritto come manifestazione plenaria di Dio (Purna-Avatara) e come Dio stesso, Originario Essere Supremo (Adi-Purusham) da cui tutto promana. L’iconografia sacra hindu rappresenta Krishna talvolta solo ma più frequentemente in compagnia di una divinità femminile: Radharani, che rappresenta una manifestazione di Lakshmidevi, l’eterna compagna di Vishnu,e nella sua essenza, personificazione dell’antaranga-shakti, ‘l’energia interna’ di Krishna nella sua caratteristica di hlandini o ‘potenza d’amore’. Radharani, “regina di favori” è colei che elargisce il dono più alto dell’esistenza umana: il puro amore per Dio (Krishna-prema-bhakti).
L’esperienza fortemente mistica ed estatica di Chaitanya (1486-1533) nasce da una venerazione appassionata dell’amore tra Krishna e Radha; rapporto fortemente erotico all’apparenza e manifestazione dell’amore spirituale (preman) nell’essenza.
Al centro dell’insegnamento di Chaitanya ,sistematizzato dai suoi discepoli, i gosvamin, c’è la bhakti: abbandono con devozione amorosa a Dio.
“Pensa sempre a Me, diventa Mio devoto, adorami e offriMi i tuoi omaggi. Così verrai a Me senza alcun dubbio. Te lo prometto perché tu sei un amico che Mi è molto caro. Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me. Io ti libererò da tutte le reazioni del peccato, non temere.” (Bhagavad-gita XIII, 65, 66)