Ti trovi qui: Home Zen Origini e diffusione Son

Son

Son è il termine coreano che traduce il cinese chan (o channa, “meditazione”) e designa la scuola buddhista coreana la cui dottrina si fonda sugli insegnamenti dei patriarchi chan.

Nel corso del XIV secolo il son conobbe una diffusione tale che riuscì a prevalere sulle altre scuole buddhiste. Nel secolo successivo assorbì le altre scuole, cambiò il nome in chogye, derivandolo da Caoqi, il monastero di Huineng, il sesto patriarca chan, e incorporò sinteticamente pratiche di altre scuole buddhiste, come l’invocazione del nome del Buddha e la recitazione di formule proprie delle scuole del buddhismo esoterico.
La tradizione attribuisce l’introduzione del son in Corea al monaco coreano Pomnang che studiò in Cina con il quarto patriarca del chan, Daoxin (580-651).
Fra l’VIII e il XI secolo si svilupparono in Corea le “nove scuole della montagna” che facevano ognuna riferimento ad altrettanti maestri chan cinesi. Il maestro Chinul (1158-1210) è considerato il grande riformatore del son. Giovane monaco aveva attinto ben presto l’illuminazione, senza l’aiuto di alcun maestro, ma dopo un duro percorso di studi del canone buddhista cinese. Nel 1190 costituì una comunità con cui si ritirò in un piccolo eremo su quello che sarebbe stato chiamato monte Chogye. L’insegnamento di Chinul, che prediligeva l’utilizzo dei koan (quesiti paradossali su cui far riflettere i discepoli) e predicava il raggiungimento di un’illuminazione improvvisa, non trascurò mai lo studio dei sutra (i discorsi del Buddha), che anzi incoraggiò. L’originalità della dottrina di Chinul poggia sulla sintesi che operò fra ricerca dell’illuminazione improvvisa e studio dei testi e sull’invito incessante alla pratica meditativa anche dopo il raggiungimento dell’illuminazione, allo scopo di liberare la mente dalle vuote impurità.