La visione del vero Dharma, l’occhio che vede la verità ultima dei fenomeni, è il fulcro della dottrina del chan/zen
E’ la trasmissione silenziosa del Dharma operata dal Buddha storico Sakyamuni nei confronti di Mahakasyapa, sul picco degli Avvoltoi, metafora della trasmissione dell’insegnamento realizzato attraverso patriarchi e maestri di generazione in generazione.
Essendosi sviluppato all’interno della corrente mahayanica del buddhismo, il chan/zen mantiene dell’insegnamento originario del Buddha tutte le nozioni fondamentali: le Quattro Nobili Verità (la vita non è che sofferenza perché posa sull’impermanenza di tutte cose: prima Verità; la sola realtà è quella del dolore di cui la causa è il desiderio, la sete di vivere: seconda Verità; sopprimendo il desiderio ci si libera dal dolore, non c’è più nascita, né vita, né morte; terza Verità; seguendo il cammino del Buddha si arriva alla soppressione del desiderio: quarta Verità), l’Ottuplice Sentiero (il percorso inteso a promuovere il raggiungimento dello stato ideale del Nirvana che implica retta visione, retto pensiero, retta parola, retta azione, retto sostentamento, retto sforzo, retta attenzione, retta meditazione), i Cinque Precetti, i Tre Sigilli del Dharma (inesistenza del sé, impermanenza e sofferenza).
Tuttavia, se scopo ultimo comune a tutte le scuole è il conseguimento delle Quattro Nobili Verità e quindi l’estinzione della sofferenza, lo zen ha come obiettivo quello di afferrare la realtà quale è: la liberazione avviene allora con il risveglio immediato della natura di Buddha che è presente in ogni essere.