Il Taoismo, componente fondamentale della civiltà del Regno di Mezzo (Zhongguo, "Cina"), rappresenta ancor oggi uno degli aspetti più importanti della religione del popolo cinese.
Si tratta di una tradizione vivente, aperta e in continua evoluzione, le cui radici affondano fino al I millennio a.C., quando furono redatte alcune opere più significative ed emersero l'ideale dell'immortalità ed elementi di pratica che, a posteriori, sarebbero stati ricondotti nel suo grembo.
Agli inizi della nostra era questi vari elementi confluirono in un unico alveo, le cui diverse acque formano l'"insegnamento del Dao" (daojiao), termine spesso reso con "Taoismo religioso" per distinguerlo dalla forma "filosofica" (daojiao, letteralmente "scuola del Dao") del Daode jing e del Zhuangzi.
Per tutto il periodo dinastico il Taoismo continuò a modificarsi per meglio adattarsi al mutare dei tempi, definendo assunti dottrinali o esplicitando insegnamenti prima nascosti, sviluppando nuove pratiche realizzative e liturgiche e relegando altre ai livelli inferiori della coltivazione spirituale, arrichendo il proprio pantheon con nuove divinità e facendo oscillare la posizione di altre a seconda dell'importanza assunta in un dato contesto sociale o in una specifica epoca.
Un universo composito, quindi, non estraneo a influenze provenienti dall'esterno (quella buddhista e della religione popolare cinese innanzitutto) e in cui sono penetrate gradualmente tendenza diverse per origine e natura, come è esemplificato dalle centinaia di opere che compongo il Canone taoista. Ciò che tiene insieme tutte queste componenti è il concetto di Dao (la "Via") intenso sia come principio metafisico e origine di tutte le multiformi manifestazioni dell'esistente sia come sentiero da percorrere a ritroso e meta a cui fare ritorno.