Satori è la scoperta della realtà profonda, nascosta sotto l’apparenza ingannatrice dei fenomeni; è il raggiungimento dello stato di buddha, scopo ultimo di ogni pratica.
Il risveglio, o illuminazione è l’esperienza religiosa, personale e diretta , che culmina il percorso di colui che pratica lo zen.
Si tratta di un “rendersi conto del Dharma”: tale è il significato del termine giapponese satori. Nel risveglio, per opera della prajna (in giapponese hannya, sapienza), viene finalmente abbandonata ogni concettualizzazione, ogni dualismo, ogni idea discriminante. L’individuo entra nel mondo della non-mente, dove la totalità pare un tutto armonico che trascende ogni categoria conoscitiva: il tempo, lo spazio, il sé e altro.
Egli fa esperienza dell’unità sostanziale di ogni oggetto e dell’identità fra sé e il Buddha, raggiungendo così la condizione di buddha, ovvero stato di buddha.
Si tratta della conoscenza perfetta, della comprensione della vera natura di ogni cosa, la presa di coscienza del vuoto del sé e di tutti e fenomeni. La visione del reale esperita nel satori precipita così il praticante in un mondo privo di forma concreta, in una realtà indescrivibile, una verità che non si può trasmettere con le parole.
Questo mondo della non-mente può essere rappresentato solo simbolicamente da colui che ne fa esperienza.