Il termine trascrive il sanscrito dhyana (meditazione) e indica la corrente del buddhismo cinese che fece di questa pratica e insegnamenti il fulcro della propria dottrina.
Il buddhismo cinese fu sin dalle origine interessato alla disciplina spirituale della meditazione. Preparatoria alla conoscenza che conduce all’illuminazione (prajna), essa era costituita da esercizi di controllo del respiro e dalla meditazione, per consentire l’introspezione propizia alla rivelazione di una realtà indipendente dai sensi. Cercata la legittimazione della propria via nella filiazione derivata direttamente dal Buddha (e quindi nelle radici indiane), il chan, come scuola specificatamente cinese, ebbe come fondatore Hongren (600-674), considerato in seguito come il quinto patriarca.
La differenziazione dell’insegnamento in una scuola del nord gradualista e in una del sud in cui l’accento era posto sull’illuminazione improvvisa, anche se approssimativa, permette di dar conto della varietà delle posizioni dottrinarie, e dello scontro che si ebbe allorché una disputa fra Shenxiu, fondatore della scuola del nord, e il popolare predicatore del sud, Shenhui (VII secolo), fece emergere la legittimità della successione di Huineng (638-713), addetto alla pestatura del riso nel monastero di Hongren.
Nella disputa fra le due posizioni, l’idea di illuminazione gradualista, ancora legata all’eredità del buddhismo indiano, fu via via abbandonata. Il nuovo chan che si impose in Cina fu quello del sud. Dalle varie divisioni che si realizzarono nel corso del periodo Tang (618-907) emersero cinque correnti principali; di queste l’unica a sopravvivere fu la scuola linji che sarebbe diventata predominante nel corso del XI secolo.
La formula cinese ming xin jian xing (Sutra della Pedana di Huineng) sintetizza efficacemente un concetto chiave del chan: “Far luce nel proprio spirito e vedere la natura di Buddha”. Le cinque correnti principali del chan sono: fanyan, yunmen, guiyang, caodong e linji. In seguito la linji si divise in due correnti, yangqi e huanglong. La tradizione cinese racchiuse l’insieme di queste correnti nella definizione di “cinque case e sette scuole”.