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Il Tao

"Il Dao (o Tao) di cui si può parlare non è il Dao costante" (Daode jing, 1)

Dao significa "Via"; in ambito taoista indica sia l'Assoluto che è origine di ogni cosa sia il percorso spirituale. Come verbo assume il senso di "parlare di".
In concetto di Dao è indefinibile, ma come sostengono le scritture le definizioni servono ad indicare la Verità che non è possibile afferrare nella sua interezza.
Se il Dao come principio metafisico è immutabile e immoto, attraverso al sua "potenza" (De) si dispiega nel mondo ed è allora descritto come "madre delle diecimila entità"; tra i nomi che gli vengono attribuiti spicca il termine Xuan ("mistero, oscuro, profondo") che ben si presta ad illustrare l'ineffabilità del Dao e al suo essere antecedente alla nascita di Cielo e Terra.

Esso inoltre è paragonato nel Daode jing al blocco grezzo da cui si ricavano gli oggetti, al vuoto della valle, alla cavità all'interno del naso, e al mozzo attorno a cui volvono i raggi della ruota, ossia allo "spirito" che permette alle cose di esistere. Dal momento che il Dao pervade allo stesso tempo tutto l'esistente, il compito del taoista è sia di farvi ritorno sia di sapersi adeguare al suo ciclo spontaneo attraverso il non-agire; il santo è così colui che, essendosi ricongiunto al Dao, sa tornare a vivere nel mondo sentendosi "uno" con tutto ciò che lo circonda.

De
"Le manifestazioni della Potenza procedono unicamente dalla Via" (Daode jing, 21)

De significa "potenza" o "virtù"; l'accezione moderna del termine è quella di "virtù morale"
Nel taoismo De designa le potenzialità di manifestazione insite nel Dao; in senso cosmologico, si riferisce alla capacità delle diecimila entità di conformarsi al flusso naturale e, da un punto di vista operativo, al potere che il taoista acquisisce percorrendo la via.
Si tratta, in altre parole, di una qualità insita ab origine in ciascun individuo e che va ritrovata assumendo un contegno improntato alla spontaneità e al non-agire. In quanto qualità del saggio iniziato, De può anche assumere il significato corrente di "virtù", da intendersi tuttavia non tanto in senso morale quanto piuttosto come perfezione interiore.
Nel confucianesimo De indica invece il carisma del saggio che irradia nella società la propria perfezione morale.

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