Bhakti Yoga
"Egli è l'Anima dell'universo. Egli è Immortale. Sua è la Sovranità. Egli è l'Onniscente, Colui che è in ogni cosa, il Protettore dell'universo, l'Eterno Signore. Non v'è altri che lui capace di governare il mondo eternamente. Lui che al principio della creazione proiettò Brahma e che ci dette i Veda, in Lui, cercando la liberazione, io mi rifugerò, in quest'Uno Fulgente, la cui luce dirige la comprensione verso l'Atman". (Shvetashvatara Upanishad, VI, 17-18)
L’esperienza del Divino è sempre originale, immotivata, unica e personale, non riducibile a qualcosa di diverso da sé. E’ un’esperienza che include il fascinanse e il tremendum e, inconcepibilmente, li trascende entrambi armonizzando gli opposti, incluso il principio di attrazione - repulsione. Il credente che sperimenta la Divinità nella Sua Realtà personale, vive una trasfigurazione antropologica che potenzia tutte le sue qualità e caratteristiche individuali, depotenziando contestualmente gli interessi egoico-mondani e le pulsioni distruttive inconsce. Al contrario, colui che si dedica alla ricerca religiosa dell’Infinito impersonale, prima di pervenire all’esperienza del Divino nega e mortifica a lungo la propria umanità, per non parlare dell’angosciante prospettiva che presto o tardi si presenta a chi segue il sentiero dell’annullamento della personalità (nichilismo). La bhakti, abbandono con devozione amorosa a Dio, è l’insegnamento conclusivo delle Sacre Scritture, non solo dell’India . In quanto religione dell’amore essa troneggia sulle contrastanti forze titaniche della natura e le armonizza,conseguendo con prodigiosa naturalezza la coniunctio oppositorum che fu tanto ricercata anche dagli alchimisti. La bhakti è la via per giungere allo stato di nirdvandva (libertà dagli opposti).
L'unico grande vantaggio della bhakti sta nel fatto che essa è la via più facile e più naturale per raggiungere il grande fine divino; presenta però il grave svantaggio che, nelle forme inferiori, spesso degenera in un disgustoso fanatismo. In ogni religione e in ogni paese le menti deboli e di sviluppo più basso hanno un solo modo di amare il proprio ideale, che consiste nell'odiarne qualsiasi altro. Questo pericolo sussiste solo nello stadio di bhakti chiamato gauni, preparatorio; quando la bhakti si è maturata ed è passata alla forma detta para o suprema, l'anima è troppo vicina a Dio per poter farsi strumento alla diffusione dell'odio.